Standa oggi: cosa resta del colosso italiano?

da | 4/04/2025 | Blog

Quando si parla di marchi storici italiani, Standa oggi è un nome che ancora evoca ricordi, nostalgie e interrogativi. Cosa è rimasto di uno dei brand più potenti del retail nazionale? E soprattutto, che cosa possiamo imparare dal suo declino per non ripetere gli stessi errori nel mondo del marketing moderno?

Il boom di Standa e il ruolo della pubblicità

Negli anni ’80, Standa oggi sarebbe stata sulla bocca di tutti come esempio di successo. Acquistata da Silvio Berlusconi nel suo momento di massimo splendore, l’azienda fu oggetto di una massiccia campagna pubblicitaria supportata dalla potenza mediatica di Fininvest. Volti iconici come Mike Bongiorno, Raimondo Vianello e Nino Banfi prestarono il proprio volto a spot memorabili, rendendo famoso lo slogan: “Standa, la casa degli italiani”.

Un successo apparente: quando il marketing non basta

Il problema? Il marketing fu potente, ma non sostenuto da una reale strategia di crescita. Quello che sembrava essere il picco, si rivelò invece un punto di inizio per la discesa. Il mercato stava cambiando, i concorrenti si stavano evolvendo e Standa si ritrovò senza una direzione chiara, pur con tutta la visibilità del mondo. Aia!

Il vero problema: non è sempre colpa del marketing

Molti additano il fallimento a strategie pubblicitarie sbagliate, ma non è così. Il declino di Standa oggi fu dovuto principalmente a scelte imprenditoriali affrettate e alla mancanza di un piano strategico a lungo termine. Berlusconi la acquistò nel momento di massimo splendore, ma il contesto stava già mutando rapidamente: ipermercati, centri commerciali e nuove abitudini d’acquisto stavano cambiando il panorama.

Il marketing deve essere parte di un ecosistema

Questa storia ci insegna una cosa: non puoi affidarti solo alla visibilità. Il marketing è un mezzo, non un fine. Senza un ecosistema solido composto da analisi, posizionamento, autorità e messaggio coerente, anche le campagne più clamorose si rivelano una bolla.

Standa oggi: cosa è rimasto?

Oggi il marchio è stato parzialmente assorbito da altri brand. Alcuni punti vendita sono stati acquisiti da Coop o Conad, e il nome “Standa oggi” vive solo nella memoria dei consumatori più nostalgici. Ma proprio questo rende il caso affascinante per chi si occupa di business: è un monito, non un fallimento casuale.

Il posizionamento conta più della pubblicità

Quando si entra nel cuore delle persone, bisogna saperci restare. Il brand Standa non aveva una vera identità distintiva se non quella offerta dai suoi testimonial. Manca, in sostanza, un posizionamento autentico. E quando i volti noti passano, resta solo un contenitore vuoto.

Cosa possiamo imparare per oggi

Se hai un’azienda o stai costruendo il tuo brand, il caso di Standa oggi ti insegna che il successo non è mai garantito, anche se sei sulla cresta dell’onda. Devi costruire autorità vera, non solo visibilità. E devi farlo attraverso i canali giusti: blog, podcast, interviste, collaborazioni di valore e media che parlano di te.

Conclusioni

Il fallimento di Standa oggi non è stato solo una questione di mercato, ma soprattutto di visione. Un brand può vivere per decenni se fondato su una strategia solida. Ma se tutto si basa sulla comunicazione e nulla sul posizionamento reale, anche il nome più forte può scomparire.

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